Tango in Campania

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Musicalizador del mese di Gennaio 2018: Lorena Tarantino

Così Lorena si racconta agli amici di Tango in Campania

Ho cambiato spesso i miei gusti musicali nella mia breve esperienza e per questo non saprei scegliere i brani o l’orchestra che più mi piace, né tantomeno baso la mia selezione sulle mie preferenze.

Tuttavia vi è una costante nel mio approccio al tango, la quale con il tempo è diventata anche un parametro fondamentale per eleggere una tanda piuttosto che un’altra. Cerco di immedesimarmi quanto posso nel protagonista dei brani, tentando di comprendere cosa significhi vivere tale esperienza.

Una serata di tango è un percorso che attraversa diverse esperienze, facendoci ridere, riflettere, commuovere e alle volte anche sentirci in colpa, divenendo infine però incredibilmente catartico.

 

Come tanda di Tango ho scelto quattro brani dell’Orquesta Tipica D’arienzo:

  1. Despues - (Alberto Echague - 1944)
  2. Con Todo mi Corazon - (Alberto Echague - 1946)
  3. Si supera que la extrano - (Armando Laborde - 1945)
  4. Color Cielo - (Armando Laborde - 1944)

Il gelo può avvolgerci a causa di circostanze dolorose, mai però riesce ad avvinghiare l’animo umano, poiché esso custodisce incondizionatamente la brama di vivere.

Questo trapela dalle note del piano decise e staccate, dalle voci esasperate dal dolore, ma ancora forti e piene d’amore, di Echague e Laborde, dai Bandoneon che con suono tagliente e lunghe pause ne rimarcano il dramma, dai violini che ne addolciscono le irruzioni altalenanti, rievocando un passato sognante, che tuttavia, ha lasciato unicamente una disillusa nostalgia.

 

Come vals ho scelto tre brani dell’Orquesta Tipica D’arienzo:

  1. Cabeza de novia - (Alberto Echagüe - 1938) 
  2. El aeroplano - (1938)
  3. Fibras - (1940)

Vals Vertiginosi, melodie dal tono a tratti sentimentale a tratti ironico, mi richiamano alla mente la filosofia napoletana che, con atteggiamento di bonario e divertito distacco dalle cose, invita ad osservare verità taciute.

Il disincanto della saggezza popolare alle volte ci ammonisce, altre ci rincuora: “L’ammore fa passà ’o tiempo e ’o tiempo fa passà l’ammore”.

 

Come milonga ho scelto tre brani dell’Orquesta Tipica Biagi:

  1. Por la huella - (Carlos Saavedra - 1948)
  2. Flor de montserrat - (1945)
  3. Con mi perro - (Alberto Amor - 1946) 

Milonghe rapide, i Bandoneon marcano il precipitoso fluire del tempo, il piano s’inserisce con interventi inaspettati, al pari di quelle piacevoli coincidenze che ci sottraggono momentaneamente alla routine quotidiana: un lunedì eccezionalmente festivo, un animale selvatico al ciglio della strada. I violini invece legano il suono attenuandone l’incalzare, così permettendoci di rallentare e goderci il presente.

 

Ho scoperto il Tango non molti anni fa nel fervente scenario campano, in particolare a Napoli e Salerno. Un luogo e ambiente reso speciale dalle persone che lo hanno popolato e lo popolano.

Ogni ora trascorsa in milonga o a lezione venivo affascinata dalle storie che mi raccontavano. Ho studiato diverse danze e generi musicali fin da piccola, ma con il tango percepiì per la prima volta l’ emozione dell’improvvisazione in coppia, questa folgorazione mi rapì allora, e tuttora funge un po’ da navigatore, un po’ da meta sul mio percorso come ballerina e Tj.

Devo ringraziare in particolare tre persone straordinarie che sono state fonte di grande ispirazione e che rappresentano le colonne portanti dell’innamoramento per il Tango di gran parte della comunità Campana. Maestri, ballerini, Tj, collezionisti, ma anche persone e amatori che si prodigano per la crescita del Tango in tutti i suoi aspetti: Gianpiero che mi guida e mi ispira alla scoperta di questo mondo, Peppe e Alfredo che mi orientano e rispondono ai miei tanti quesiti nello studio di una così vasta cultura musicale.

Ho intrapreso questo percorso circa tre anni fa provando a comprendere il fascino o il disgusto che investe me e gli altri all’ascolto di particolari brani, il desiderio di ballarli ciascuno con con un rispettivo leader, ed altri numerosi fattori, così studiando la possibilità di offrire a tutti i ballerini l’opportunità di abbracciarne tanti altri e poter godere del più ampio ventaglio di emozioni.

Oggi mi dedico all’insegnamento, all’arte performativa e alla musicalizzazione del Tango continuando a ricercare ciò che più di ogni altra cosa m’intriga: lo stretto, imprescindibile e misterioso legame che hanno l’ Arte (il ballo, la musica ed i testi), che eleva l’animo, e la debolezza umana, i sentimenti più terreni. Che però ci rendono vivi.


Lorena Tarantino